Incentivare il riutilizzo dei contenitori alimentari, il Manifesto PLEF

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Manifesto riutilizzo packaging

PLEF (Planet Life Economy Foundation) invita imprese e cittadini ad aderire al Manifesto per incentivare il riutilizzo dei contenitori alimentari (e non solo), e sottoscrivere la petizione rivolta ai decisori politici.

Le lacune di natura amministrativa, fiscale e sanitaria ostacolano infatti la piena espressione del grande potenziale dei circuiti virtuosi di riuso e upcycling (recupero virtuoso) dei materiali, di grande attualità anche nel settore alimentare.

Il Manifesto per il riutilizzo dei contenitori

Il Manifesto nasce dall’impegno di PLEF, Giacimenti Urbani e PCUP nell’opera di sensibilizzazione e proposizione di soluzioni relative alla tematica del riuso. Un tassello fondamentale della economia sostenibile.

Ideatori dell’iniziativa sono i fondatori di RiC – Resta in Circolo, il tavolo permanente del riutilizzo nato a novembre 2021 con capofila Giacimenti Urbani insieme a Pcup e Planet Life Economy Foundation. A supportarlo sono l’Università degli Studi Milano Bicocca, il Consorzio dei Distributori Alimentari e l’Associazione Comuni Virtuosi.

Riuso del packaging, i punti irrisolti

Il packaging usa e getta rappresenta tuttora in UE il 36% dei rifiuti. La gran parte di tali rifiuti non viene gestita in modo corretto e meno del 40% dei materiali va a riciclo. Invertire la rotta è tuttavia difficile, a causa di lacune di ordine amministrativo, fiscale e sanitario.

La piena attuazione dell’obiettivo riuso postula infatti la soluzione di alcune criticità che riguardano in particolare la distribuzione B2C (business to consumers), mediante interventi lungo l’intera filiera infatti suggeriti nel Manifesto, con le raccomandazioni che seguono.

1 – Produzione

Restringere progressivamente la possibilità di immettere sul mercato contenitori a perdere sostituendoli con contenitori riutilizzabili, possibilmente prodotti con materiali riciclati. Favorire questa trasformazione gestionale con incentivi sull’acquisto e utilizzo di questi contenitori riutilizzabili.

2 – Trasformazione

Favorire con agevolazioni fiscali e con l’individuazione di specifici indici di bilancio la massima smaterializzazione dei processi produttivi, così riducendo la quantità di materiali immessi nel mercato.

Incoraggiare, inoltre, il progressivo passaggio dal packaging usa e getta a specifiche attrezzature o contenitori riutilizzabili.

3 – Distribuzione (GDO, HORECA, pubblici esercizi)

Favorire con agevolazioni fiscali e l’individuazione di specifici indici di bilancio la trasformazione degli allestimenti delle superfici di vendita limitando la vendita di prodotti con packaging usa e getta e ampliando le aree dedicate alla mescita sfusa di prodotti secchi e liquidi.

Nel contempo, promuovere la diffusione e vendita dei contenitori riutilizzabili con la relativa raccolta e accreditamento delle cauzioni, là dove opportuno.

Allo scopo è anche utile l’obbligo di inserimento nello scontrino del costo del contenitore negli esercizi che fanno take-away e, sul lungo periodo, obbligo di proporre alternative all’usa e getta.

4 – Consumatori

Favorire il loro coinvolgimento proattivo con campagne di comunicazione per la promozione dei prodotti sfusi e l’eliminazione progressiva dell’usa e getta, mettendo in rete tutte le realtà che operano in questo senso, ed evidenziando gli obiettivi dell’Agenda 2030 e la direttiva SUP (Single-Use-Plastic).

La sensibilizzazione del consum-attore su questi temi, rappresenterà la leva basilare per l’effettiva trasformazione delle imprese di trasformazione e distribuzione.

5 – Raccolta, riciclo e smaltimento dei rifiuti

La progressiva implementazione di queste azioni comporterà una progressiva diminuzione dei rifiuti complessivi, in linea con la prima opzione – Reduce – nella c.d. gerarchia dei rifiuti.

Intervento normativo ad hoc

In materia di contenitori riutilizzabili presso negozi al dettaglio/punti vendita della GDO e pubblici esercizi la normativa è scarna.

In Italia l’unico vero riferimento normativo è il ‘decreto Clima’ del 2019, che regola le modalità di utilizzo da parte del consumatore di ‘propri contenitori‘ per l’asporto di prodotti alimentari, implicitamente dimostrando che tale pratica è consentita. (1)

Ulteriore e più recente richiamo a contenitori riutilizzabili in sostituzione di quelli monouso appare nelle linee guida della Commissione europea per l’applicazione della direttiva SUP. (2)

Tali indicazioni generiche necessitano di un unico atto che dia forma all’intera materia rispetto alle tematiche della sicurezza alimentare e dell’igiene, delle agevolazioni per la gestione amministrativa e fiscale, nonché, infine, degli incentivi, in una logica di minima burocrazia e massima semplificazione attuativa.

Tre aree di intervento

I firmatatari del Manifesto per il riutilizzo indicano i nodi più urgenti da affrontare:

– sicurezza alimentare. Bisogna superare il ruolo di controllore finora vestito dalle autorità preposte alla sicurezza e l’igiene degli alimenti e invitarle a svolgere una funzione proattiva nella definizione di regole chiare e ampie sull’impiego di contenitori riutilizzabili. Oggi l’unica previsione in materia riguarda le condizioni di riuso del contenitore fornito dal consumatore, nel già citato decreto Clima,

– amministrazione. Serve chiarezza sulla corretta gestione dei flussi finanziari, contabili e fiscali delle cauzioni (il vuoto a rendere), in particolare rispetto altrattamento IVA,

– incentivi. Le misure di sostegno alla vendita di prodotti sfusi o alla spina (ex art. 7 decreto Clima) sono modeste ed escludono i pubblici esercizi, come bar e ristoranti. Sono necessari un quadro e una una strategia organici di promozione ed agevolazione del ‘riutilizzabile’, anche ad esempio operando sull’IVA.

Come aderire al Manifesto PLEF per il riuso

I primi firmatari del Manifesto del riutilizzo sono Giacimenti Urbani, Pcup, Planet Life Economy Foundation ETS, Università degli Studi Milano Bicocca, Consorzio Distributori Alimentari, Associazione Comuni Virtuosi, Legambiente Lombardia ed Ecor Naturasì, e la società benefit WIISE S.r.l. che gestisce tra l’altro questo sito web.

-> Ogni impresa è invitata a partecipare, compilando il modulo di adesione.

-> I cittadini possono a loro volta sottoscrivere la petizione rivolta al governo e al Parlamento italiani, affinché dispongano linee guida e decreti attuativi.

Note

(1) V. art. 7 del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, convertito con modificazioni dalla Legge 12 dicembre 2019, n. 141 (c.d. decreto clima)

(2) La Decisione di esecuzione (UE) 2022/162 del 4 febbraio 2022 della Commissione europea, che stabilisce le modalità di applicazione della “Direttiva SUP”, indica tra le misure per conseguire una riduzione del consumo di tazze o bicchieri monouso per bevande e di contenitori monouso per alimenti, la promozione di alternative riutilizzabili a queste tipologie di contenitori monouso, a partire da contesti determinati come gli uffici pubblici, i luoghi di lavoro, i grandi eventi.

Marta Strinati
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Professional journalist since January 1995, he has worked for newspapers (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) and periodicals (NumeroUno, Il Salvagente). She is the author of journalistic surveys on food, she has published the book "Reading labels to know what we eat".