Gli oli minerali MOAH, sospettati di essere cancerogeni e genotossici, oltre che interferenti endocrini, contaminano 1 alimento su 8. Lo denuncia Foodwatch, che ha analizzato 152 prodotti commercializzati in Austria, Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi. Ma potenzialmente presenti anche sugli scaffali italiani.
Oli minerali in dadi Knorr e Nutella
Le analisi condotte dall’organizzazione per la tutela dei consumatori hanno individuato residui di idrocarburi aromatici di oli minerali MOAH (mineral oil aromatic hydrocarbons) in 19 prodotti, il 12,5% del campione. I livelli di contaminazione variano da 0,63 mg/kg a 82 mg/kg.
Tra gli altri prodotti spiccano diversi lotti di dadi da brodo Knorr di Unilever venduti nei 5 paesi e risultati altamente contaminati. Anche un lotto di Nutella, venduto in Germania, è risultato contaminato da 2,3 mg/kg di MOAH.
Appello alla Commissione europea
Foodwatch documenta dal 2015 la contaminazione da MOAH di numerosi alimenti, come riso, pasta, cioccolato e oli commestibili. Queste sostanze sono inoltre presenti in imballaggi, giocattoli per bambini, mangimi e cosmetici. Quello appena pubblicato è il terzo test e dimostra che nulla è cambiato.
‘I prodotti risultati positivi devono essere ritirati immediatamente. Inoltre, il Commissario per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, e i decisori degli Stati membri dell’UE devono proteggere tutti i consumatori adottando una regola di tolleranza zero per la contaminazione da MOAH in tutte le categorie di alimenti in tutta l’UE’, tuona l’organizzazione per i diritti dei consumatori.
Limiti insufficienti
Il secondo test di Foodwatch, a novembre 2019, ha dimostrato la presenza dei pericolosi oli minerali MOAH in diversi prodotti lattiero-caseari, compresi i prodotti di Nestlé, Danone e Novalac.
Di conseguenza, a giugno 2020, la Commissione europea e gli Stati membri hanno stabilito il limite di 1 mg/kg alla presenza di MOAH nel latte in polvere per bambini.
Una misura insufficiente, reclama Foodwatch, considerata la ubiquità di questi contaminanti. (1)
Oli minerali MOSH, danni al fegato
Oltre ai più pericolosi idrocarburi aromatici dell’olio minerale MOAH, le analisi di Foodwatch hanno rilevato la presenza di MOSH (mineral oil saturated hydrocarbons), idrocarburi saturi degli oli minerali, che possono accumularsi nei tessuti umani e provocare effetti avversi al fegato.
I MOSH sono stati rilevati al di sopra del limite di quantificazione di 0,5 mg/kg in 140 dei 152 prodotti, vale a dire più di 9 su 10 (92%). I livelli di contaminazione dei prodotti variano da 0,5 mg/kg a 1152 mg/kg. Per questa tipologia di contaminante non è previsto alcun limite.
L’origine della contaminazione
Le fonti di contaminazione da olio minerale sono varie e disseminate lungo tutta la catena di produzione, dalla materia prima alla lavorazione e al confezionamento.
‘Spetta ai produttori identificarli ed eliminarli lungo tutta la catena di produzione, trasporto e distribuzione degli alimenti in modo da poter garantire che vengano venduti solo prodotti senza presenza di MOAH in quantità rilevabile’, chiosa l’organizzazione per la tutela dei consumatori.
Il rapporto è disponibile a questo link.
Marta Strinati
Note
(1) V. anche
- Marta Strinati. Olio extra vergine di oliva al supermercato, il test di Que Choisir. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.7.21 https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-extra-vergine-di-oliva-al-supermercato-il-test-di-que-choisir
- Marta Strinati e Dario Dongo, Pesto ‘alla genovese’ con pesticidi e oli minerali, le analisi di Ökotest. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.8.20 https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/pesto-alla-genovese-con-pesticidi-e-oli-minerali-le-analisi-di-%C3%B6kotest
Professional journalist since January 1995, he has worked for newspapers (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) and periodicals (NumeroUno, Il Salvagente). She is the author of journalistic surveys on food, she has published the book "Reading labels to know what we eat".