L’arsenico nell’acqua potabile e le sue implicazioni per la salute

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Food Times arsenic in drinking water

La presenza di arsenico (As) nell’acqua potabile comporta rischi significativi per la salute pubblica, in particolare nelle regioni in cui la contaminazione delle acque sotterranee è prevalente. Questo metallo pesante tossico è infatti un cancerogeno e un inquinante ambientale ben documentato, classificato come cancerogeno di classe 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), e la sua presenza nell’acqua è rilevante anche per la sicurezza alimentare.

Un recente studio, condotto da Antonella Litta, Giovanni Ghirga e Mauro Mocci della Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE) – Italia, esamina gli impatti sulla salute dell’esposizione cronica all’arsenico a basse dosi, concentrandosi sul suo ruolo nelle malattie non trasmissibili (NCD) come il cancro, le malattie cardiovascolari e le alterazioni endocrine. E la crisi irrisolta di alcune aree dell’Italia centro-meridionale.

Contesto e obiettivi

L’arsenico è un elemento presente in natura nella crosta terrestre, ma le attività umane come i processi industriali, l’estrazione mineraria e l’agricoltura hanno aumentato in modo significativo la sua presenza nell’ambiente. L’esposizione cronica all’arsenico, anche a livelli inferiori all’attuale limite normativo di 10 µg/L, è stata collegata a un’ampia gamma di problemi di salute, tra cui tumori, malattie cardiovascolari, diabete e disturbi dello sviluppo neurologico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di ridurre i livelli di arsenico nell’acqua potabile a meno di 5 µg/L, con un obiettivo ideale vicino allo zero, per ridurre al minimo i rischi per la salute.

Lo studio si propone di:

  1. Analizzare l’impatto ambientale e sanitario dell’arsenico in Italia, in particolare in regioni come Lazio, Toscana e Campania,
  2. Evidenzia i rischi associati all’esposizione cronica a basse dosi, anche se entro i limiti di legge;
  3. Esplorare soluzioni tecnologiche e misure normative per ridurre l’esposizione all’arsenico.

Metodologia

Lo studio si avvale di una revisione completa della letteratura scientifica esistente, dei dati epidemiologici e dei quadri normativi. Gli approcci metodologici chiave includono:

  • Revisione della letteratura. I ricercatori hanno esaminato oltre 4.824 pubblicazioni scientifiche sull’arsenico nell’acqua potabile, concentrandosi sugli studi che esaminano l’esposizione cronica a basse dosi e i suoi effetti sulla salute;
  • Analisi epidemiologica. Lo studio fa riferimento a diversi studi di coorte italiani, tra cui il progetto SEpiAs, che ha monitorato le popolazioni in aree colpite dall’arsenico come Viterbo e il Monte Amiata. Questi studi hanno utilizzato il biomonitoraggio(analisi delle urine) e le valutazioni cliniche per valutare l’esposizione all’arsenico e il suo impatto sulla salute;
  • Analisi normativa. Gli autori hanno esaminato l’evoluzione delle normative sull’arsenico nell’Unione Europea (UE) e in Italia, compreso l’uso di deroghe che hanno permesso temporaneamente di aumentare i livelli di arsenico nell’acqua potabile.
  • Casi di studio. Lo studio evidenzia alcune regioni italiane in cui i livelli di arsenico superano i limiti normativi, come Viterbo, e discute gli esiti sulla salute di queste popolazioni.

Risultati principali

L’esposizione cronica all’arsenico, anche a livelli inferiori all’attuale limite normativo di 10 µg/L, è associata a rischi significativi per la salute. Alcuni studi hanno dimostrato che l’esposizione a lungo termine a basse dosi di arsenico può portare a malattie cardiovascolari, diabete e disturbi dello sviluppo neurologico, in particolare in popolazioni vulnerabili come i bambini e le donne in gravidanza.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno sottolineato che non esiste una soglia di sicurezza per l’esposizione all’arsenico, poiché anche dosi minime possono causare danni a lungo termine.

L‘arsenico agisce come interferente endocrino, interferendo con la produzione ormonale e il legame con i recettori. Questa alterazione può portare a disturbi metabolici come il diabete di tipo 2 e a problemi di salute riproduttiva. L’esposizione prenatale è particolarmente preoccupante, in quanto l’arsenico può attraversare la barriera placentare e influenzare lo sviluppo cerebrale del feto, aumentando il rischio di disturbi del neurosviluppo come il disturbo dello spettro autistico e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).

Le soluzioni tecnologiche offrono una speranza per ridurre i livelli di arsenico nell’acqua potabile. Metodi di trattamento avanzati, come l’osmosi inversa e i filtri ad adsorbimento, sono stati implementati con successo in paesi come la Danimarca e gli Stati Uniti, dove i livelli di arsenico sono stati ridotti a 5 µg/L o meno. Queste tecnologie dimostrano che il raggiungimento di livelli di arsenico più sicuri è possibile con investimenti e infrastrutture adeguate.

Il caso italiano presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea

In Italia, le deroghe storiche hanno permesso ai livelli di arsenico nell’acqua potabile di superare il limite di 10 µg/L fissato dall’Unione Europea. In particolare, nella provincia di Viterbo, le concentrazioni di arsenico hanno superato questa soglia, fino a 50 µg/L durante i periodi di deroga, esponendo la popolazione a maggiori rischi per la salute. Uno studio basato sulla popolazione condotto nella provincia di Viterbo ha valutato gli effetti dell’esposizione cronica a livelli medio-bassi di arsenico attraverso l’acqua potabile. La ricerca ha rilevato associazioni tra l’esposizione all’arsenico nell’arco della vita e l’aumento della mortalità per tumori e malattie croniche, evidenziando le preoccupazioni per la salute pubblica nelle regioni con elevate concentrazioni di arsenico.

La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia europea a causa del prolungato superamento dei livelli di arsenico e fluoro nell’acqua potabile, in particolare nelle aree della Regione Lazio, tra cui Viterbo. Questa azione sottolinea le implicazioni per la salute di tali violazioni, soprattutto per i gruppi vulnerabili come i bambini. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), in una sentenza del 7 settembre 2023, ha affrontato il tema dell’inadempimento da parte dell’Italia degli obblighi previsti dalla Direttiva 98/83/CE sulle acque potabili (abrogata dalla Direttiva 2020/2184). Il tribunale ha sottolineato la necessità per l’Italia di adottare azioni correttive per garantire che la qualità dell’acqua soddisfi gli standard prescritti, in particolare per quanto riguarda i livelli di arsenico e fluoruro.

Discussione e implicazioni

Lo studio sottolinea l’urgente necessità di norme più severe sull’arsenico e di una migliore applicazione delle leggi esistenti. Evidenzia l’importanza di adottare il principio di precauzione, che sostiene la necessità di ridurre i livelli di arsenico al minimo tecnicamente possibile, anche al di sotto degli attuali limiti normativi. Gli autori sottolineano inoltre la necessità di interventi mirati di salute pubblica, tra cui programmi di biomonitoraggio e diagnosi precoce, in particolare per le popolazioni vulnerabili come i bambini e le donne in gravidanza.

Conclusione

L’arsenico nell’acqua potabile rimane una sfida significativa per la salute pubblica, in particolare nelle regioni ad alta contaminazione naturale o industriale. Lo studio fornisce prove inconfutabili che l’esposizione cronica a basse dosi di arsenico comporta gravi rischi per la salute, anche a livelli inferiori agli attuali limiti normativi. Invita ad adottare un approccio globale che combini normative più severe, tecnologie avanzate di trattamento dell’acqua e interventi di salute pubblica per ridurre l’esposizione all’arsenico e proteggere le popolazioni vulnerabili.

Dario Dongo

Riferimenti

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(16) Causa C-197/22: Sentenza della Corte (Decima Sezione) 7 settembre 2023 – Commissione europea/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato – Ambiente – Direttiva 98/83/CE – Acque destinate al consumo umano – Art. 4, n. 1, lett. b) – Misure necessarie per garantire la qualità delle acque – Rispetto dei requisiti minimi di cui all’allegato I, Parti A e B – Articolo 8, paragrafo 2 – Adozione delle misure correttive necessarie nel più breve tempo possibile – Obbligo di risultato – Allegato 1, Parte B – Valori parametrici per l’arsenico e il fluoruro – Concentrazioni superiori a tali valori – Continuo superamento di tali valori) (GU C, C/2023/196 del 23.10.2023, eli.10.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/196/oj).

Dario Dongo
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Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.