Covid-19. Spesa a domicilio per disabili e anziani, l’appello di Égalité a GDO ed ecommerce

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Disabili e anziani, malati e immunodepressi. I cittadini e consumatori più deboli, sigillati in casa per incapacità di muoversi e assistenza ridotta, rischiano di subire carenze nutrizionali. Proprio quando una dieta equilibrata – con varietà di verdura, frutta e altri cibi freschi – è essenziale per sostenere il sistema immunitario, soprattutto a una certa età.

Égalité Onlus continua a sollecitare gli operatori la GDO e dell’ecommerce in Italia, affinché organizzino la consegna della spesa gratuita e con precedenza a favore dei più deboli. Una petizione e un questionario, per valutare l’effettività del rischio di food security nella perdurante emergenza Covid-19.

Consegne a casa, il flop della GDO in Italia

La GDO è incapace di soddisfare le richieste di consegna a domicilio. I siti bloccati, gli ordini inevasi per settimane. Assoluta impreparazione nel gestire un’emergenza che colpisce, prima di tutti:

– le fasce più deboli di popolazione. Vale a dire i disabili, gli anziani e i malati, i quali non possono uscire di casa per impossibilità fisica e riduzione (o sospensione) dei servizi di assistenza sociale, nonché per i gravissimi rischi di complicazioni in caso di infezione,

– le persone in isolamento domiciliare fiduciario, i cui conviventi sono a loro volta esposti a maggior rischio di contagio e dovrebbero limitare al minimo di uscire di casa, per prevenire la diffusione del contagio.

1 su 3. I soli over-65 in Italia rappresentano il 22,6% della popolazione (Eurostat), a cui si aggiungono il 5,2% di disabili (Istat) e altre persone affette da patologie croniche gravi che non dovrebbero uscire di casa per evitare complicazioni anche letali in caso di contagio. Il disinteresse di GDO e operatori di ecommerce in Italia si ripercuote quindi su almeno un consumatore su 3.

La vera paralisi è evidentemente ai vertici della grandi gruppi distributivi. I quali non hanno attivato la sinapsi necessaria a costituire le doverose unità di crisi, per affrontare un’emergenza nazionale di food security che richiede subito:

  • linee di comunicazione dedicate a disabili, immunodepressi e over-65. Sui siti ma anche attraverso ‘numeri verde’, tenuto conto della scarsa ‘digitalizzazione’,
  • forza-lavoro per magazzino e consegne. Potendosi anche affidare, tra l’altro, ai dipendenti di imprese e pubblici esercizi costretti al lockdown dal decreto 11.3.20 (c.d. decreto #RestiamoaCasa),
  • squadre di volontari, da reclutare per le consegne a domicilio. Con l’aiuto di Enti del Terzo Settore ma anche attraverso locandine da affiggere sui punti vendita.

La responsabilità sociale che i boss della GDO e dell’ecommerce spesso declamano si conferma essere, come già sospettato, una mera operazione di greenwashing. E pure le parole, in questa situazione, stanno a zero.

#Égalité, la petizione e il questionario

Égalité Onlus ha rivolto un appello ai leader di GDO e ecommerce in Italia, per ottenere la consegna gratuita e con precedenza a favore di disabili, over-65 e immunodepressi. Senza tuttavia ricevere alcun riscontro, al di fuori di Carrefour e di Gioosto.

La petizione – che invitiamo tutti a sottoscrivere e promuovere, per sostenere l’appello condiviso a sostegno dei consumatori più vulnerabili – si trova a questo link.

Il questionario – che pure preghiamo di voler compilare, seguendo questo link – è stato predisposto dal nostro gruppo di ricerca. Con l’obiettivo di valutare il possibile impatto dell’emergenza Covid-19 sulla food security delle fasce più deboli della popolazione. Confidiamo nel Vostro aiuto anche per aiutare anziani e disabili a compilarlo.

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Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.

Professional journalist since January 1995, he has worked for newspapers (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) and periodicals (NumeroUno, Il Salvagente). She is the author of journalistic surveys on food, she has published the book "Reading labels to know what we eat".