‘Food imitating products’ e ‘General Products Safety Regulation’ (EU) No 2023/988

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‘food imitating products’ e ‘General Products Safety Regulation’ (EU) No 2023988

‘Food imitating products’ e ‘child appealing products’ possono causare alle fasce vulnerabili di popolazione – i.e. neonati e bambini, anziani e persone con disabilità psichiche – gravi rischi che il General Product Safety Regulation (EU) No 2023/988 può consentire di prevenire e gestire con maggiore efficacia rispetto alla normativa previgente. A condizione che gli importatori e fabbricanti di ‘non-food products’ – oltreché i ‘retailer’ fisici e digitali – ne assumano consapevolezza.

1) ‘Food imitating products’, le regole UE

Food Imitating Products Directive 87/357/CEE (FIPD) disciplina i cosiddetti ‘simil-alimenti’, definiti come gli oggetti che ‘pur non essendo prodotti alimentari, hanno forma, odore, aspetto, imballaggio, etichettatura, volume o dimensioni tali da far prevedere che i consumatori, soprattutto i bambini, li possono confondere con prodotti alimentari e pertanto li portino alla bocca, li succhino o li ingeriscano con conseguente rischio di soffocamento, intossicazione, perforazione o ostruzione del tubo digerente’. (1)

I ‘simil-alimenti’ (‘food imitating products’) non possono venire importati, fabbricati e commercializzati in Unione Europea, né esportati verso Paesi terzi. Gli Stati membri hanno responsabilità di organizzare ed eseguire i controlli ufficiali sui loro territori. (2) Tra gli oggetti più comuni che ricadono in questa categoria si segnalano cosmetici e prodotti per la pulizia della casa, detergenti e altri liquidi a uso tecnico, elementi di arredo (i.e. candele e suppellettili), cancelleria (i.e. gomme per cancellare).

2) Gli inganni del cervello

Avvelenamenti e soffocamenti causati dall’ingestione di ‘food imitating products’ sono ben più diffusi di quanto non si possa credere, sebbene la loro casistica sia molto meno visibile sui ‘media’ rispetto ad altri incidenti (i.e. tossinfezioni alimentari, sinistri stradali). Perché?

Alcuni studi scientifici (Basso F. et al., 2014, 2016) – sulla base di ricerche presso centri antiveleni e successivi esperimentali comportamentale – suggeriscono che i ‘food imitating products’ possano scatenare inferenze, a livello cerebrale, stimolate dall’influenza della vista e altri sensi (i.e. olfatto, tatto). (3)

Le similitudini dei packaging – anzitutto nella forma, oltreché nelle etichette, per via di colori e immagini – sono i primi elementi a indurre una ‘associazione implicita’ tra ‘food’ e ‘non-food’. È così ad esempio l’ingestione involontaria di shampoo o detersivi (3,4).

Riproduzione delle confezioni dei prodotti usati nello studio di Basso et al., 2014. Le confezioni originali non sono riportate dall’autore per problemi di copyright
Fig. 1 – Riproduzione delle confezioni dei prodotti usati nello studio di Basso et al., 2014. Le confezioni originali non sono riportate dall’autore per problemi di copyright.

3) Opinione scientifica SCCS (2011)

SCCS – Scientific Committee on Consumer Safety, Commissione europea – ha pubblicato un’opinione scientifica (2011) sui potenziali rischi legati alla presenza di sostanze chimiche non idonee a venire ingerite nei ‘food imitating products’ (o ‘consumer products resembling foods’, CPRF). Con apposite considerazioni sulla più ampia gamma dei prodotti con caratteristiche in grado di attrarre i bambini (‘child-appealing properties’, CAP). (5)

3.1) Elementi di similitudine

I ‘food imitating products’, in virtù delle loro caratteristiche, presentano un rischio di ingestione non solo da parte di bambini, ma anche di persone anziane e/o con disabilità o fragilità psichiche. Ai tempi di pubblicazione dell’opinione di SSCS, peraltro, non ancora stati pubblicati studi dedicati come quelli citati nel precedente paragrafo 2, che sono i primi in assoluto su tale specifico ambito di ricerca.

Le ‘child-appealing properties’, d’altra parte, possono venire influenzate da una pluralità di fattori soggettivi la cui analisi è ben più complessa. I bambini possono infatti venire influenzati con facilità anche da fattori esterni, laddove alla la somiglianza di confezioni ed etichette si accompagnino i richiami a immagini di cartoni animati o personaggi della TV, come già accade per il ‘junk food’. (6)

3.2) Determinanti di effetti avversi dopo l’ingestione

Il comitato SCCS ha identificato – tra i prodotti per la pulizia della casa più coinvolti, spesso causa di avvelenamenti – i detersivi per piatti, panni e bagno, la candeggina (ipoclorito di sodio), nonché soda, alcol e acqua ossigenata (perossido di idrogeno).

Il pericolo di ingestione del prodotto è legato a fattori quali la concentrazione delle sostanze attive e il pH (come indice di corrosività), insieme al tempo di contatto e lo stato fisico dei prodotti (i.e. solido/liquido, viscosità). I principali fattori di rischio sono così riassunti:

– ingredienti dannosi. Sostanze corrosive (es. acido acetico, nitrico, solforico, ipoclorito di sodio, idrossido di sodio), surfatanti, alcoli e glicoli (es. etanolo, isopropanolo, glicole butilenico), oli essenziali (es. olio di pino, canfora),

– proprietà pericolose delle formulazioni. PH, con singola esposizione acuta per i prodotti che hanno valori > 9 (basico) e < 3 (acido), e viscosità. Una viscosità bassa in combinazione a elevata acidità può danneggiare il tratto gastro-intestinale, mentre una viscosità alta combinata a un’elevata basicità stimola il rigurgito con aumento delle probabilità di danno polmonare per aspirazione (a causa del potenziale schiumogeno).

Gravi incertezze riguardano i rischi legati ad altri ingredienti (e.g. coloranti, plasticizzanti, polimeri), i quali possono causare sintomi simili o anche nausea e vomito dopo l’ingestione, a prescindere da pH e viscosità.

3.3) Circostanze di rischio più probabili

Il rischio di esposizione ai ‘food imitating products’ e alle ‘child-appealing properties’può aumentare, secondo SCCS, in relazione ai fattori che seguono:

– status socio-economico. Condizioni di vita precarie possono portare a disattenzioni maggiori. Sebbene si registrino casi anche in contesti più agiati,

– supervisione inadeguata. Per quanto attiene ai bambini, il difetto di attenzione da parte degli adulti è tendenzialmente associato a un maggior rischio di avvelenamento accidentale, se pure l’evidenza diretta non sia stabilita con assoluta certezza,

– la bassa percezione del rischio si aggiunge ai fattori di cui sopra.

Ullteriori fattori, negli anziani, sono legati all’alterazione delle percezioni sensoriali che non permettono di percepire correttamente gli ‘input’ della vista e del gusto.

3.4) Effetti avversi più osservati

I casi di ingestione osservati principalmente su bambini e anziani, basati sulle osservazioni dei centri anti-veleno nazionali, non sono stati di elevata gravità (i.e. mortali). Tra essi si configurano diversi sintomi, quali:

– gastrointestinali (es. vomito, dolori addominali),

– neurologici (es. alterazione della coscienza, ipotonia, atassia, convulsioni),

– cutanei (es. eruzioni cutanee),

– respiratori (es. dispnea, tosse),

– disfagia.

La presenza di tensioattivi, emulsionanti o di oli aromatici può determinare lo sviluppo di una polmonite chimica, a causa della loro capacità di infiammare e danneggiare i tessuti polmonari. Questo fenomeno si può manifestare anche a causa di inalazione di materiale vomitato che, insieme all’ingestione di sostanze corrosive, può condurre a polmoniti letali nei casi più gravi.

4) Revisione della normativa

General Products Safety Regulation (EU) No 2023/988 (GPSR), in applicazione dal 13 dicembre 2024, estende il proprio campo di applicazione anche ai ‘food imitating products’. I quali ricadono così nella definizione generale di ‘prodotto’, la cui immissione sul mercato postula un’appropriata valutazione del rischio. (7) E devono venire precisamente identificati come pericolosi, sulla base dei criteri già definiti nella Food Imitating Products Directive. (8)

5) Court of Justice of the European Union, case-law

Court of Justice of the European Union (CJEU) – con la sentenza 2 giugno 2022 nella causa C-122/21, richiamata anche nel GPSR (8) – ha chiarito che non è necessario dimostrare con dati oggettivi e comprovati che il fatto di portare alla bocca, succhiare o ingerire prodotti che pur non essendo prodotti alimentari hanno forma, odore, colore, aspetto, imballaggio, etichettatura, volume o dimensioni tali da far prevedere che i consumatori, soprattutto i bambini, li confondano con prodotti alimentari e pertanto li portino alla bocca, li succhino o li ingeriscano, possa comportare rischi quali il soffocamento, l’intossicazione, la perforazione o l’ostruzione del tubo digerente. Tuttavia, le autorità nazionali competenti devono valutare caso per caso se un prodotto soddisfi le condizioni elencate in detta disposizione e dimostrare tale circostanza.’ (9)

6) GPSR, analisi del rischio

La Commissione europea – DG for Justice and Consumers, nell’ambito della ‘Coordinated Activities on the Safety of Products (CASP) FIP2021 horizontal activity‘ – ha pubblicato un rapporto (2022) e un manuale rivolto agli ‘stakeholders’ e le ‘Member States Surveillance Authorities’ per applicare il GPSR a ‘food imitating products’ e ‘child-appealing products’. (10) Il documento considera:

– doverosa applicazione di un approccio basato sull’analisi del rischio,

– identificazione degli elementi utili a determinare lo status di ‘food imitating product’, da valutare caso per caso tramite confronto di ogni prodotto a confronto con corrispondente versione alimentare. Con ulteriori precauzioni nel caso dei ‘child-appealing products’, qualora i prodotti non siano destinato intenzionalmente a questa sub-popolazione di riferimento (11). Con alberi decisionali di supporto,

– utilizzo di standard armonizzati appropriati (ove disponibili),

– implementazione di un sistema idoneo all’analisi e prevenzione, comunicazione e gestione del rischio,.

Alberi decisionali per la determinazine dello status di a) food imitating product e b) child-appealing product, riportati nel manuale CASP FIP2021 HA
Fig. 2 – Alberi decisionali per la determinazine dello status di a) food imitating product e b) child-appealing product, riportati nel manuale CASP FIP2021 HA

7) RAPEX, Safety Gate. Esempi di richiami

Il sistema RAPEX – rinominato Safety Gate dal GPSR – registra le allerta relative ai prodotti a rischio o comunque non conformi. inclusi i ‘food imitating products’. A seguire, alcuni esempi di richiami per non conformità alla FIPD, alle normative di settore (e.g. cosmetici, giocattoli) e ai relativi standard armonizzati (12,13):

– simil-ciliegie, in forma di packaging o decorazioni di saponi (cosmetici), che possono venire totalmente o parzialmente distaccate, con il rischio di ingestione da parte di bambini,

– simil-uva in plastica, con acini e foglie soggette a facile distacco e ingestione,

– simil-biscotti in plastica, con piccole parti che simulano i granelli di zucchero e si possono facilmente distaccare e ingerire.

In Italia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha di recente sequestrato 7,6 tonnellate di candele a forma di dolciumi nel porto di Genova. I prodotti sequestrati, oltre ad avere un’elevata somiglianza con gli alimenti, si caratterizzavano per la presenza di parti facilmente staccabili (in assenza, tra l’altro, di idonei test meccanici di valutazione) e polveri atte a simulare lo zucchero che a loro volta presentano il rischio di inalazione o ingestione, con gravi rischi per la salute. (14)

Esempi di simil-alimenti soggetti a ritiro e richiamo dal mercato a) prodotti a forma di uva, biscotti e ciliegie notificate su Safety Gate; b) candele sottoposte a sequestro da ADM in Italia
Fig. 3 – Esempi di simil-alimenti soggetti a ritiro e richiamo dal mercato: a) prodotti a forma di uva, biscotti e ciliegie notificate su Safety Gate; b) candele sottoposte a sequestro da ADM in Italia

8) Conclusioni provvisorie

L’applicazione del General Product Safety Regulation (EU) No 2023/988, che abroga la General Products Safety Directive 2001/95/CE, comporta una revisione complessiva delle responsabilità degli operatori delle filiere di produzione e distribuzione dei ‘non-food products’, ivi inclusi i ‘food contact materials’, Oltre a introdurre sanzioni draconiane per il mancato rispetto delle nuove prescrizioni, le quali comprendono la registrazione delle schede di sicurezza dei prodotti e di incidenti e/o reclami.

L’analisi preliminare eseguita nel CASP FIP2021 fornisce una preziosa base per consentire ai vari stakeholders coinvolti e alle ‘Market Surveillance Authorities’ di predisporsi all’applicazione delle nuove regole generali contenute nel GPSR. Le quali integrano le normative di settore, prescrivendo un nuovo approccio all’analisi del rischio che comprende la valutazione di ogni normativa cogente e volontaria utile a garantire la sicurezza dei prodotti. Soprattutto per le categorie vulnerabili come i bambini e gli anziani.

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Note

(1) Council Directive 87/357/EEC of 25 June 1987 on the approximation of the laws of the Member States concerning products which, appearing to be other than they are, endanger the health or safety of consumers https://tinyurl.com/4kfw4zfx

(2) Si veda ad esempio, in Italia, il decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 73. Attuazione della direttiva 87/357/CEE relativa ai prodotti che, avendo un aspetto diverso da quello che sono in realtà, compromettono la salute o la sicurezza dei consumatori https://tinyurl.com/jshnwpjj

(3) Basso F. et al. (2014). Why People Drink Shampoo? Food Imitating Products Are Fooling Brains and Endangering Consumers for Marketing Purposes. PLoS ONE 9(9):e100368, https://doi.org/10.1371/journal.pone.0100368

(4) Basso F. et al. (2016). Assessing the Role of Shape and Label in the Misleading Packaging of Food Imitating Products: From Empirical Evidence to Policy Recommendation. Front. Psychol. 7:450, https://doi.org/10.3389/fpsyg.2016.00450

(5) SCCS (2011). Opinion on the potential health risks posed by chemical consumer products resembling food and/or having child-appealing properties. Publications Office of the European Union SCCS/1359/10, https://data.europa.eu/doi/10.2772/31904

(6) Non a caso la Commissione europea, nel sua ultimo progetto di revisione della ‘Audiovisual Media Service Directive’, aveva proposto il divieto di richiamare immagini di personaggi TV e dei cartoni animati nelle pubblicità di alimenti destinati a bambini e adolescenti. Le lobby di Big Food sono peraltro riuscite a ottenere la cancellazione di tale divieto, al Parlamento europeo. Con conseguenze anche sulle (mancate) restrizioni del ‘marketing to kids’ del cibo spazzatura. Sì veda il precedente articolo degli autori, ‘Audiovisual Media Services Directive’ e tutela dei minori dal marketing di cibo spazzatura’. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.11.23

(7) Dario Dongo, Alessandra Mei. General Product Safety Regulation, al nastro di partenza in Unione Europea. L’ABC.  GIFT (Great Italian Food Trade). 13.5.23

(8) General Product Safety Regulation (EU) No 2023/988, recital 104

(9) Court of Justice of the European Union, sentenza 2 giugno 2022 nella causa C-122/21
Get Fresh Cosmetics Limited v. Valstybinė vartotojų teisių apsaugos tarnyba. Rinvio pregiudiziale – Direttiva 87/357/CEE – Articolo 1, paragrafo 2 – Ambito di applicazione – Prodotti non alimentari che possono essere confusi con prodotti alimentari – Nozione – Rischio di soffocamento, intossicazione, perforazione od ostruzione del tubo digerente – Presunzione di pericolosità – Assenza – Prova http://foodtimes.eu/5c3k252y

(10) CASP FIP2021 HA. CASP Child appealing including food imitating products http://foodtimes.eu/yc639wm4

(11) I giocattoli (i.e. prodotti progettati o destinati, in modo esclusivo o meno, a venire utilizzati per fini di gioco da bambini di età inferiore a 14 anni) sono disciplinati dalla Toy Safety Directive 2009/48/CE (TSD). Particolare attenzione va dedicata alla verifica dei prodotti non qualificati come giocattoli, di cui in Allegato I alla TSD, quali possibili ‘child-appealing products’

(12) Gli standard armonizzati sono norme europee sviluppate da organismi di normazione europea riconosciuti (e.g. CEN, CENELEC, ETSI), sviluppate anche su richiesta della Commissione europea. A tali norme gli operatori di settore possono riferirsi per dimostrare la conformità alla legislazione UE di riferimento. I settori di riferimento possono essere consultati su http://foodtimes.eu/3vyfdm4n

(13) NB: GPSR estende la responsabilità degli operatori all’analisi del rischio, in assenza di regole UE e standard armonizzati, anche sulla base di norme nazionali, normative ad applicazione volontaria e schemi applicabili alle singole categorie di prodotti

(14) ADM. Comunicato stampa – Porto di Genova-Prà: ADM sequestra 7.600 chili di candele a forma di dolciumi. 21.11.23 http://foodtimes.eu/yfmun893

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Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.

Graduated in Food Technologies and Biotechnologies, qualified food technologist, he follows the research and development area. With particular regard to European research projects (in Horizon 2020, PRIMA) where the FARE division of WIISE Srl, a benefit company, participates.