I meriti del World Food Programme, premio Nobel per la pace 2020

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World Food Programme

Il premio Nobel per la pace 2020 è stato assegnato al World Food Programme (WFP). L’Agenzia delle Nazioni Unite è in prima linea contro la fame e l’insicurezza degli approvvigionamenti (food security).

World Food Programme, le ragioni del premio

‘Il WFP è stato insignito del premio Nobel per la pace 2020 per i suoi sforzi nel combattere la fame, per il suo contributo nel migliorare le condizioni per la pace nelle aree colpite da conflitti e per la sua azione nel guidare gli sforzi per prevenire l’uso della fame come un’arma di guerra e conflitto’, è la motivazione del Norwegian Nobel Committee.’

Il World Food Programme è stato fondato nel 1961. ‘Con 86,7 milioni di persone assistite in circa 83 Paesi ogni anno, il World Food Programme (Wfp), la cui sede è a Roma, è la principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni Unite impegnata a salvare e cambiare le vite, fornendo assistenza alimentare nelle emergenze e lavorando con le comunità per migliorarne la nutrizione e costruirne la resilienza‘.

Guerra e fame

Guerra e fame è il leit motif che anima buona parte delle missioni di aiuto internazionale del World Food Programme. I bambini – come ricorda anche UNICEF, nel Rapporto per l’Azione Umanitaria 2020 – sono le prime vittime dei conflitti. E l’ultimo rapporto, presentato il 17.7.20 da WFP assieme alla FAO (Food and Agriculture Organization), segnala l’attualità dell’emergenza di crisi alimentare acuta in almeno 27 Paesi.

L’Agenzia ONU è finanziata soltanto dai governi e dai cittadini. Opera in tutto il mondo, fornendo alle popolazioni in pericolo sia aiuti alimentari diretti sia strumenti per l’approvvigionamento di cibo (voucher, per esempio). Tra le varie forme di aiuto che ciascuno può fornire, ricordiamo la app #ShareTheMeal. Basta un clic sullo smartphone per donare 70 centesimi di euro e sfamare un bambino per un giorno intero.

Marta Strinati
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Professional journalist since January 1995, he has worked for newspapers (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) and periodicals (NumeroUno, Il Salvagente). She is the author of journalistic surveys on food, she has published the book "Reading labels to know what we eat".