In Emilia-Romagna è nato GlifoStop, un progetto finanziato dall’Unione Europea per trovare alternative competitive e sostenibili al glifosato, uno degli erbicidi più usati e anche tossici per noi e per l’ambiente.
La “non pericolosità” secondo EFSA
Il 15 dicembre 2022 scadrà la proroga quinquennale concessa al glifosato il 5.11.2017 senza che fosse fatta una nuova valutazione del rischio. La Commissione europea sembra decisa a prorogarla per un altro anno, anche se la valutazione del rischio fatta da EFSA sarà disponibile solo a luglio 2023.
Al momento, per ECHA, l’Autorità europea per le sostanze chimiche, il glifosato provoca gravi danni oculari ed è tossico per la vita acquatica, mentre, come si legge tra le ‘ultime notizie’ nella pagina dell’EFSA dedicata all’erbicida, ‘non è giustificato classificare il glifosato come sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione’. (1)
Le evidenze ignorate
A poco vale quindi che 17 tra i massimi esperti in oncologia, già nel 2015, avessero catalogato il glifosato come ‘probabile cancerogeno per l’uomo’, (2) oppure la ricerca condotta su 24 coppie madre-bambino che confermano come il glifosate sia un interferente endocrino, in particolare sulle bambine.
O, ancora, i 2 miliardi di dollari che la Corte di Appello della California ha commisurato come pena per la Bayer-Monsanto per aver causato tumori alle ossa e al cervello ai coniugi Pilliod in seguito al loro uso prolungato dell’erbicida.
Il progetto GlifoStop
Fortunatamente esistono realtà consapevoli dei rischi del glifosato che cercano alternative a questo. Un esempio è il progetto chiamato GlifoStop (3), che ha preso vita in Emilia Romagna finanziato dall’Unione Europea nell’ambito dei Gruppi Operativi del partenariato europeo per l’innovazione: produttività e sostenibilità dell’agricoltura (PEI-AGRI), un partenariato con lo scopo di rendere l’agricoltura e la silvicoltura più produttive, sostenibili e in grado allo stesso tempo di competere nel mercato e di rispettare le norme più rigorose in materia di ambiente e cambiamenti climatici. (4)
L’obiettivo di Glifostop è di realizzare un modello di best practices a basso impatto ambientale che preveda l’utilizzo di altre sostanze in alternativa al glifosate per gestire le erbe concorrenti nei terreni coltivati a seminativi.
I partner
Il progetto si inserisce all’interno del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione e vede come partner
- 4 aziende agricole del territorio che coltivano, tra le altre cose, cerealicole,
- il Dipartimento di Scienze Tecnologiche Agroalimentari (DISTAL) dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna per la quale è stata coinvolta l’area di Agronomia e Coltivazioni Erbacee, e
- altre aziende di consulenza e formazione (AGRITES e DINAMICA) e una cooperativa sociale che coinvolge ragazze e ragazzi diversamente abili per la cura dell’orto e di un ristorante (Anima).
La sperimentazione in campo
Nelle annate agrarie 2019/2020 e 2020/2021 le aziende agricole partecipanti al progetto hanno fatto diverse sperimentazioni come l’utilizzo di diverse cover crops, sia in purezza che in miscuglio, e diverse terminazioni delle cover crops alternative al glifosate come schiuma, aceto e macchine interratrici.
Verranno poi valutati gli effetti che le diverse colture di copertura hanno avuto sulle cerealicole, in particolare mais, soia e girasole. I dati verranno confrontati sia dal punto di vista della presenza delle erbe infestanti, sia della quantità di prodotto ottenuto e dalla quantità di proteine contenute nei cereali in questione con quelli dell’agricoltura tradizionale.
Delle best-practices verranno definite a partire dai dati raccolti e saranno applicabili alle diverse tipologie di sistemi agricoli, sia a modello integrato che biologico, con relativa analisi dei costi.
Come scegliere la migliore cover crop
In attesa della pubblicazione dei dati, è già disponibile sul sito Glifostop un web toolkit che permette di scegliere la migliore cover crop in base al prodotto che si vuole coltivare tra barbabietola da zucchero, patata, soia, mais, girasole e sorgo e la tipologia di terreno.
Trovare alternative al glifosato è fondamentale per ridurre l’inquinamento del suolo e delle acque e per proteggere la salute di tutti noi, dagli agricoltori ai consumatori. Inoltre, il ritorno alle ‘vecchie’ pratiche come la rotazione colturale con colture di copertura per migliorare l’adattamento dei sistemi culturali ai cambiamenti climatici.
Note
(1) https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/glyphosate
(2) K. Z Guyton, D. Loomis, Y. Grosse, F. El Ghissassi, L. Bennrahim-Tallaa, N. Guha el al., Carcinogenicity of tetrachlorvinphos, parathion, malathion, diazinon, and glyphosate, The Lancet, 20.03.2015 https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(15)70134-8/fulltext
(3) Il progetto con le relative informazioni si può consultare su https://glifostop.progeo.net/
Graduated in Law from the University of Bologna, she attended the Master in Food Law at the same University. You participate in the WIISE srl benefit team by dedicating yourself to European and international research and innovation projects.