Tradizioni nomadi d’Asia minore e Nord Africa e ricerca europea s’incontrano per valorizzare le produzioni di un superfood ancora lontano dai riflettori, il latte di cammella. Grazie al progetto Camel Milk, a cui l’Italia partecipa attraverso la nostra squadra di FARE (Food and Agriculture Requirements). Nell’ambito del più ampio programma di iniziative coordinate da PRIMA, The Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area. Un’alleanza tra università e centri di ricerca, enti pubblici e operatori privati che aspira a unire i popoli del Mediterraneo sviluppando sinergie tese a promuovere il miglioramento delle condizioni di vita e la crescita economica. All’insegna della sostenibilità socio-ambientale, in una prospettiva di lungo termine.
Latte di cammella. Tradizioni rurali ed esigenze produttive
Il latte di cammella ha un ruolo essenziale nella dieta di alcune popolazioni in Nord Africa e Asia minore (a partire dalla penisola anatolica), nell’ambito di tradizioni millenarie. La prima ragione, di necessità virtù, è legata alla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare (c.d. food security) offerto da un mammifero resiliente, capace di sopportare condizioni climatiche estreme. Le comunità locali hanno da sempre apprezzato le virtù di questo alimento e dei prodotti da esso derivati, senza tuttavia riuscire a realizzare produzioni idonee alla loro valorizzazione su scala più ampia.
La materia prima proviene tuttora, in prevalenza, da popolazioni nomadi e da piccoli allevamenti. Il latte viene in genere consumato fresco, ovvero trasformato in latticini altresì destinati al consumo locale. Lo sviluppo delle relative filiere postula la messa a punto di buone pratiche di allevamento e lo sviluppo di tecnologie produttive, con il supporto di veterinari e tecnologi alimentari. In vista della produzione di latti pastorizzati e a lunga conservazione (UHT), nonché di latticini e formaggi conformi ai più elevati standard di sicurezza alimentare, in diverse aree del Mediterraneo.
Latte di cammella, proprietà nutrizionali e relative alla salute
Dal punto di vista nutrizionale, il latte di cammella contiene vitamine C, B3, B5 (acido pantotenico), B9 (acido folico), B12 in quantità superiore sia al latte materno umano, sia a quello vaccino. A quest’ultimo si comparano i tenori di tiamina (B1), piridoxina (B6) e vitamina E. Il camel milk si distingue inoltre per l’elevata concentrazione di fattori antimicrobici ad azione battericida e fungicida (immunoglobuline e lattoferrina, lisozima).
La comunità scientifica internazionale ha inoltre mostrato il ruolo del latte di cammello nel trattamento del diabete, in virtù delle sue capacità di:
– ridurre i livelli di glicemia, grazie all’alta concentrazione di insulina e alla capacitàelle sue proteine insulino-simili di superare la degradazione acida a livello gastrico,
– limitare le complicazioni del diabete, grazie alla riduzione dei livelli di colesterolo ematico, il miglioramento della funzionalitàpatica e renale, la riduzione dello stress ossidativo, la facilitazione nella guarigione dalle ferite. (1)
La maggiore affinità del camel milk con il latte materno (LM), rispetto al latte vaccino (LV), suggerisce inoltre una migliore digeribilità e una minore allergenicità alle proteine del latte nei soggetti predisposti. Il latte di cammello risulta infatti:
– come il LM, privo di β-lattoglobulina. Uno dei principali allergeni coinvolti nell’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV), nel quale invece costituisce il 50% delle sieroproteine totali,
– caratterizzato dalla presenza di α-lattoalbumina, che ne rappresenta la principale sieroproteina. (2)
Gli studi sulla composizione e le potenzialità terapeutiche suggeriscono quindi come il camel milk potrebbe venire utilizzato con successo in medicina umana per trattare diverse patologie. Non solo diabete mellito (DM) tipo 1 e 2 e allergia al latte (APLV) ma anche autismo, steatosi epatica, morbo di Crohn e diarrea.
PRIMA, il programma di ricerca e innovazione mediterranea
PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) è un programma di partenariato a lungo termine su ricerca e innovazione. (3) Vi partecipano 19 Paesi, con il contributo finanziario della Commissione europea, nel rispetto dei principi di co-titolarità, interesse reciproco e condivisione dei benefici. (4) Con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra ricercatori e innovatori, pubblici e privati, per affrontare le crescenti sfide sociali, economiche e ambientali.
La strategia condivisa aspira a mitigare i problemi più gravi che attualmente si riscontrano nei settori di alimentazione, salute e benessere. Attraverso lo sviluppo di soluzioni che possano migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, soprattutto nei Paesi con redditi medio-bassi (LMIC, Low-Medium Income Countries) ove le diseguaglianze sociali sono più pronunciate. Incoraggiando altresì le amministrazioni e le comunità, le imprese e i cittadini all’adozione concreta degli strumenti sviluppati. Nella prospettiva, tra l’altro, di ridurre la pressione migratoria.
‘Research is needed to develop new products and processes to increase the quality of Mediterranean foods by combining improvement of raw material composition with better use of innovative and soft production and processing technologies. The result will be a better nutritional quality of food products, as well as stable (micro) nutrient-dense ingredients, bioactive extracts, functional ingredients and new products’ (PRIMA, Annual Work Plan 2018).
In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) definiti dall’Assemblea Generale ONU in Agenda 2030, il programma PRIMA si focalizza su ricerca e sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili in agricoltura, gestione delle risorse idriche in zone aride e semi-aride, filiere alimentari in grado di garantire i diritti umani universali di accesso a cibo sicuro e nutriente nonché ad acqua potabile e servizi igienici sanitari.
Camel Milk, il progetto di ricerca
Il progetto Camel Milk nasce con l’obiettivo di promuovere la produzione, la trasformazione e il consumo di latte di cammella e dei prodotti derivati nel bacino del Mediterraneo, fornendo ai piccoli proprietari e alle piccole e medie imprese attive nel settore gli strumenti necessari a garantire un aumento della competitività, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro su entrambe le sponde del Mediterraneo.
Otto paesi partecipano al progetto – Spagna, Algeria, Germania, Croazia, Francia, Marocco, Turchia e Italia – che è coordinato dall’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentari (IRTA, ES). La divisione FARE (Food and Agriculture Requirements) della nostra Wiise S.r.l. società benefit, unico partner italiano del progetto, integrerà la R&D con tutti i servizi di ambito legale, tecnico-regolatorio, di pubbliche relazioni e lobbying nel settore agroalimentare.
Gli obiettivi specifici di questa fase di ricerca sono essenzialmente tre:
– migliorare i sistemi di produzione del latte di cammello in Algeria e Turchia, avvicinandoli agli standard europei di sicurezza e qualità nell’organizzazione dei processi. In modo da fissare le basi per l’esportazione in UE entro breve termine,
– adattare al camel milk le tecnologie e i processi produttivi di latticini fermentati e vari tipi di formaggi, oggi impiegati su altri latti pastorizzati in Spagna, Francia, Turchia e Algeria,
– definire modelli di business e strategie di mercato efficaci, a beneficio di ciascun attore della filiera coinvolto ‘from camel to mug’.
A livello regolatorio, si ricercherà prova del consumo in Europa di latticini a base di camel milk – in quantità significativa e riscontrabile – anteriore al 15.5.97. (5). In difetto di evidenze in tal senso, si attiverà il processo di autorizzazione per l’immissione sul mercato di nuovi alimenti. Ricorrendo alla procedura semplificata prevista dal reg. UE 2015/2283 per i prodotti tradizionali provenienti da paesi non UE. Nelle fasi a seguire si considereranno le opportunità di presentare dossier per l’autorizzazione di appositi health claim.
Dario Dongo
Note
(1) Roberto Miniero, Giuseppe Antonio Mazza, Ali Mohamed Mahdi et al. (2014). ‘Composition and therapeutic use of camel milk’. Large Animal Review 2014; 20: 125-132 125
Roberto Miniero et al. (2016). ‘Il latte di cammella: proprietà nutrizionali e prospettive terapeutiche’. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica, 2016; 3: 46-50
Roberto Miniero et al. (2018). ‘Il latte di cammella può integrare il trattamento insulinico nei pazienti con diabete?’ Giornale italiano di diabetologia e metabolismo 2018;38:3-11
(2) Idem c.s.
(3) V. Segretariato Italiano di Prima, http://www.primaitaly.it
(4) L’iniziativa PRIMA è stata avviata da 11 Stati membri UE (Croazia, Cipro, Francia, Italia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 Paesi terzi. Di questi, 3 – Israele, Turchia e Tunisia – sono già associati al programma Horizon 2020. Gli altri sono Algeria, Egitto, Libano, Marocco e Giordania
(5) Cfr. reg. CE 258/97, abrogato dal successivo reg. UE 2015/2283, in tema di ‘Novel Food’
Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.