Le microplastiche (MPs) sono diventate un contaminante ambientale pervasivo, con prove sempre più evidenti del loro accumulo nei tessuti umani (Li et al., 2024). Un recente studio di Montano et al. (2025) fornisce la prima prova diretta della presenza di microplastiche nel fluido follicolare ovarico umano, rivelando potenziali rischi per la salute riproduttiva femminile. Lo studio ha rilevato MPs in 14 campioni su 18 di fluido follicolare, con una correlazione significativa tra la concentrazione di MPs e i livelli di ormone follicolo-stimolante (FSH).
Questa scoperta solleva preoccupazioni sull’impatto delle MPs sulla funzione ovarica, sulla fertilità e sulla salute riproduttiva in generale. Utilizzando una metodologia brevettata per l’estrazione e il rilevamento delle MPs, lo studio stabilisce un nuovo standard per la ricerca sulle MPs nei tessuti umani. Considerando l’aumento incessante della produzione di plastica e le sue potenziali conseguenze sulla salute riproduttiva (UNEP, 2021), questi risultati sottolineano l’urgente necessità di ulteriori ricerche e misure normative per mitigare i rischi posti dalle MPs.
1. Prima evidenza di microplastiche nel fluido follicolare ovarico umano
Lo studio italiano di Montano et al. (2025) rappresenta una svolta significativa nella salute riproduttiva e ambientale, fornendo la prima prova che le microplastiche sono presenti nel fluido follicolare ovarico umano. Le ricerche precedenti sulle MPs nei tessuti riproduttivi si limitavano a modelli animali (Wang et al., 2023), rendendo questa scoperta un passo cruciale per comprendere l’esposizione umana. Lo studio ha analizzato campioni di fluido follicolare di 18 donne sottoposte a trattamenti di riproduzione assistita, rilevando MPs in 14 di essi. Le MPs identificate erano più piccole di 10 micrometri, con una concentrazione media di 2.191 particelle per millilitro e un diametro medio di 4,48 micrometri.
La presenza di MPs in questo ambiente biologico, che svolge un ruolo cruciale nella maturazione degli ovociti (Gosden et al., 1988), solleva serie preoccupazioni sul loro potenziale di interferire con la funzione riproduttiva femminile. Dato che il fluido follicolare fornisce nutrienti essenziali e segnali biochimici per lo sviluppo degli ovociti, la contaminazione di questo mezzo con microplastiche potrebbe avere implicazioni per la fertilità, l’equilibrio ormonale e la salute ovarica complessiva.
2. Una svolta tecnologica nel rilevamento delle MPs
I risultati dello studio sono stati resi possibili da una metodologia brevettata avanzata, progettata specificamente per l’estrazione e la quantificazione delle MPs nei fluidi biologici. Questa tecnica rappresenta un miglioramento significativo rispetto ai metodi convenzionali basati sulla filtrazione, che spesso non riescono a recuperare le MPs più piccole, portando a una sottostima dei livelli di contaminazione (Montano et al., 2023). La metodologia ha dimostrato un tasso di recupero elevato, compreso tra l’83% e il 103%, per particelle di polistirene di 3 micrometri e un limite di rilevamento fino a 0,1 micrometri, consentendo ai ricercatori di identificare anche le nanoplastiche.
Per garantire l’accuratezza, lo studio ha utilizzato la microscopia elettronica a scansione (SEM) combinata con la spettroscopia a dispersione di energia (EDX), che forniscono immagini ad alta risoluzione e un’analisi precisa della composizione chimica. Sono state inoltre implementate rigorose misure di controllo della contaminazione, tra cui l’uso esclusivo di vetreria, guanti privi di polvere e un ambiente da camera pulita. Questo approccio meticoloso garantisce l’affidabilità dei risultati e stabilisce un nuovo standard per le future ricerche sulle MPs nei tessuti umani.
3. Correlazione tra MPs e disfunzione ovarica
Uno dei risultati più significativi dello studio è stata la correlazione osservata tra la concentrazione di MPs nel fluido follicolare e livelli elevati di ormone follicolo-stimolante (FSH). Una maggiore presenza di MPs è stata associata a un aumento dell’FSH, un ormone che regola la funzione ovarica e viene comunemente utilizzato come biomarcatore della riserva ovarica (Petro et al., 2012). Livelli elevati di FSH sono tipicamente indicativi di una ridotta riserva ovarica, suggerendo che le MPs possano contribuire a un invecchiamento ovarico precoce e a una fertilità compromessa.
Sebbene siano state osservate associazioni più deboli con altri fattori come l’indice di massa corporea (BMI), l’età e i livelli di estradiolo, la significativa correlazione con l’FSH indica un possibile ruolo delle MPs nel disturbare la funzione ovarica. Questo risultato è in linea con ricerche precedenti sugli inquinanti ambientali che influenzano la fertilità femminile (Oliveri Conti et al., 2020) e solleva preoccupazioni su come l’accumulo di MPs nei tessuti riproduttivi possa influenzare la regolazione ormonale e l’invecchiamento ovarico.
4. Meccanismi di tossicità riproduttiva
La tossicità riproduttiva delle MPs è una preoccupazione emergente, con studi precedenti su animali che evidenziano diversi potenziali meccanismi attraverso i quali potrebbero compromettere la funzione ovarica. Le ricerche hanno dimostrato che le MPs, in particolare le microplastiche di polistirene, possono indurre stress ossidativo nei tessuti ovarici, innescando l’apoptosi delle cellule della granulosa e la fibrosi (An et al., 2021). Questi processi possono compromettere lo sviluppo follicolare e la salute ovarica complessiva.
È stato anche scoperto che le MPs interferiscono con le vie di regolazione ovarica chiave, come la via Wnt/β-catenina, che svolge un ruolo nella fibrosi (Li et al., 2022), e la via PERK-eIF2α-ATF4-CHOP, associata allo stress ossidativo e del reticolo endoplasmatico (Wang et al., 2023).
Inoltre, le MPs agiscono come vettori per sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDCs), come bisfenoli, ftalati e idrocarburi policiclici aromatici, amplificandone gli effetti tossici (Ullah et al., 2023). Questo effetto “cavallo di Troia” suggerisce che le MPs non solo si accumulano nei tessuti riproduttivi, ma introducono anche composti nocivi aggiuntivi, aggravando ulteriormente il loro impatto sulla fertilità (Schell et al., 2022).
5. Implicazioni per la fertilità femminile
La scoperta di MPs nel fluido follicolare solleva serie preoccupazioni sul loro impatto sulla fertilità femminile. La qualità degli ovociti è cruciale per una fecondazione e uno sviluppo embrionale di successo, e qualsiasi alterazione nell’ambiente follicolare potrebbe compromettere i risultati riproduttivi (Ferrante et al., 2022). La presenza di MPs nel fluido follicolare suggerisce che potrebbero interferire con la maturazione degli ovociti, riducendo il potenziale di fecondazione e la vitalità degli embrioni.
Inoltre, la correlazione tra MPs e livelli elevati di FSH indica che l’esposizione alle MPs potrebbe contribuire a squilibri ormonali, accelerando potenzialmente l’invecchiamento ovarico. Dato che il corpo umano non può eliminare efficacemente le MPs, il loro accumulo nel tempo potrebbe avere conseguenze a lungo termine sulla salute riproduttiva. L’esposizione cronica alle MPs potrebbe portare a danni cumulativi, aumentando il rischio di infertilità e di altri disturbi riproduttivi (Pironti et al., 2021).
6. Conclusioni intermedie: un appello all’azione urgente
Questo studio rivoluzionario fornisce prove convincenti che le MPs hanno infiltrato il sistema riproduttivo umano, con potenziali gravi conseguenze per la fertilità femminile. Il rilevamento di microplastiche nel fluido follicolare ovarico conferma la loro capacità di accumularsi nei tessuti riproduttivi, sollevando preoccupazioni sui loro effetti a lungo termine. La correlazione osservata tra MPs e livelli di FSH suggerisce che l’esposizione alle MPs possa disturbare la funzione ovarica e contribuire a un invecchiamento ovarico precoce.
Oltre ai suoi risultati, la metodologia brevettata dello studio stabilisce un nuovo punto di riferimento per il rilevamento delle MPs nei campioni biologici umani, aprendo la strada a future ricerche. I meccanismi di tossicità riproduttiva identificati nei modelli animali, tra cui stress ossidativo, apoptosi (cioè morte cellulare) e alterazione endocrina, sembrano essere rilevanti anche nei tessuti umani. Dato che il fluido follicolare svolge un ruolo cruciale nello sviluppo degli ovociti, la contaminazione da MPs potrebbe influenzare significativamente la fertilità, sottolineando la necessità di ulteriori indagini sui loro effetti a lungo termine.
7. Implicazioni per la salute pubblica e le politiche
La presenza di MPs nei tessuti riproduttivi umani è un problema di salute pubblica urgente che richiede un’attenzione immediata. Sono necessarie normative più severe sulla produzione di plastica e sulla gestione dei rifiuti per ridurre la contaminazione ambientale e minimizzare l’esposizione umana (UNEP, 2021). Dovrebbero essere lanciate campagne di sensibilizzazione pubblica per educare le persone su come limitare l’esposizione alle MPs, in particolare attraverso imballaggi alimentari, cosmetici e prodotti per la casa (Ferrante et al., 2022).
Ulteriori ricerche sono essenziali per determinare l’estensione completa della tossicità riproduttiva legata alle MPs. Sono necessari studi più ampi per valutare gli effetti a lungo termine dell’accumulo di MPs nel sistema riproduttivo femminile e per standardizzare le metodologie per il rilevamento delle MPs. Inoltre, la collaborazione internazionale è cruciale per affrontare l’inquinamento da plastica come un problema di salute globale, richiedendo sforzi coordinati da parte di governi, industrie e comunità scientifica.
Dario Dongo
Riferimenti
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Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.