Resistenza ai carbapenemi nella filiera alimentare. Parere EFSA

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La recente opinione scientifica di EFSA sui batteri resistenti ai carbapenemi – una classe di antibiotici beta-lattamici ad ampio spettro – evidenzia come questo problema, tradizionalmente confinato agli ambienti ospedalieri, sta emergendo anche nella filiera agroalimentare.

Questa pericolosa forma di antibiotico-resistenza, nel più ampio contesto globale della resistenza antimicrobica, appare tuttavia sottovalutata nella gran parte degli Stati membri UE. EFSA (2025) raccomanda nuovo impegno, a livello pubblico e privato, nel monitoraggio e la prevenzione

Carbapenemi, introduzione

carbapenemi costituiscono una classe di antibiotici beta-lattamici ad ampio spettro, considerati farmaci di ultima linea nel trattamento di infezioni gravi causate da batteri Gram-positivi e Gram-negativi.

Come sottolineato da Papp-Wallace et al. (2011), ‘i carbapenemi sono altamente efficaci grazie alla loro capacità di inibire la sintesi della parete cellulare batterica e alla loro stabilità nei confronti di molte beta-lattamasi’ (p. 4945), inclusi enzimi di tipo ESBL (Extended-Spectrum Beta-Lactamases).

La loro struttura molecolare unica conferisce resistenza contro la maggior parte delle beta-lattamasi prodotte dai batteri, rendendo questi antibiotici particolarmente preziosi nell’attuale scenario di crescente antibiotico-resistenza.

Il contributo della filiera alimentare alla diffusione della resistenza ai carbapenemi

Vie di trasmissione: come gli alimenti possono diventare veicoli di resistenza

Sebbene i carbapenemi siano utilizzati quasi esclusivamente in ambito ospedaliero, la presenza di batteri resistenti a questi antibiotici è stata documentata nella filiera alimentare. I principali meccanismi di trasmissione includono:

  • contaminazione diretta degli alimenti di origine animale da parte di batteri resistenti presenti negli animali da produzione;
  • trasmissione orizzontale di geni di resistenza tra batteri presenti negli alimenti;
  • contaminazione crociata durante le fasi di lavorazione e distribuzione degli alimenti

Prodotti alimentari a rischio e microrganismi coinvolti

EFSA – nella propria recente valutazione scientifica sul tema – riferisce che ‘batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae produttori di Carbapenemeasi (CPE) sono stati rilevati nella filiera agroalimentare in 14 dei 30 Paesi dell’UE/EFTA’ (EFSA, 2025). Questi includono Escherichia coli, Enterobacter cloacae, Klebsiella pneumoniae e Salmonella infantis, con E. coli che si distingue per una notevole variabilità genetica, indice di una diversificazione clonale significativa.

L’Autorità sottolinea che ‘la maggior parte dei rilevamenti di CPE proviene da animali destinati alla produzione alimentare, in particolare suini, seguiti da bovini e pollame’. I prodotti alimentari maggiormente interessati includono:

  1. Carni fresche, soprattutto suine e avicole;
  2. Prodotti lattiero-caseari, in misura minore;
  3. Prodotti ittici e vegetali, con evidenze emergenti di contaminazione.

Meccanismi molecolari della diffusione

Questi geni di resistenza si trovano spesso su elementi genetici mobili chiamati plasmidi, che possono trasferirsi facilmente tra i diversi batteri’ (EFSA, 2025). I plasmidi più frequentemente associati ai CPE appartengono ai gruppi IncHI2 (bla VIM-1, bla OXA-162), IncC (bla VIM-1, bla NDM-1), IncX3 (bla NDM-5, bla OXA-181), IncI e InCl (bla OXA-48). La loro presenza facilita la diffusione della resistenza non solo tra ceppi della stessa specie, ma anche tra specie batteriche diverse, amplificando il potenziale impatto sulla salute pubblica.

Valutazione EFSA 2025: analisi completa del rischio nella filiera agroalimentare europea

Diffusione geografica e tendenze

L’ultima valutazione di EFSA sui batteri resistenti ai carbapenemi (CPE) ha aggiornato la precedente, pubblicata nel 2013 (EFSA, 2013), mediante analisi di dati epidemiologici e letteratura scientifica disponibili fino a febbraio 2025. La valutazione evidenzia una crescente diffusione dei batteri resistenti ai carbapenemi (CPE) in Europa, con un incremento particolarmente significativo negli ultimi anni, soprattutto nei suini.

Alcuni Paesi hanno riportato impennate specifiche: ad esempio, l’Italia nel 2021 con bla OXA-181, e Spagna e Portogallo nel 2023 con la rilevazione contemporanea di diversi geni (bla OXA-48, bla OXA-181, bla OXA-244 e bla NDM-5). Questa distribuzione non uniforme suggerisce differenze nelle pratiche di allevamento, nell’uso di antibiotici e nei sistemi di sorveglianza tra i diversi Stati membri.

Lacune conoscitive e metodi di rilevamento

L’EFSA (2025) sottolinea che ‘le prove che documentano la trasmissione dei CPE lungo la filiera alimentare o tra animali e uomo sono ancora scarse e basate principalmente su osservazioni indirette’. L’indagine ha rivelato che ‘attualmente, nei Paesi UE/EFTA vengono utilizzati diversi approcci metodologici per individuare e caratterizzare i CPE negli alimenti’ (EFSA, 2025, p. 67), con una significativa eterogeneità nelle metodiche di isolamento e caratterizzazione molecolare.

Solo 10 Paesi su 30 dispongono di piani di emergenza specifici per affrontare i CPE, che includono anche indagini epidemiologiche, come il trace-back, per risalire alle fonti di contaminazione. Nel complesso, i dati disponibili rimangono limitati, soprattutto per quanto riguarda batteri e matrici alimentari non monitorati in modo sistematico.

Valutazione del rischio per la salute pubblica

La valutazione dell’EFSA integra informazioni raccolte a livello nazionale dagli Stati membri dell’UE e dei Paesi EFTA, con il supporto tecnico e analitico del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC). Il documento, si noti bene:

  • non quantifica il rischio per la salute umana derivante dalla presenza di CPE negli alimenti, ma
  • evidenzia il potenziale di questi batteri di contribuire al problema globale dell’antibiotico-resistenza, con implicazioni significative per il trattamento delle infezioni umane soprattutto.

Soluzioni e strategie di mitigazione: le raccomandazioni dell’EFSA

Espansione dei programmi di sorveglianza

La valutazione di EFSA conclude con la raccomandazione di ‘ampliare l’ambito delle attività di monitoraggio dei batteri produttori di carbapenemasi (CPE) includendo matrici alimentari finora escluse dai programmi sistematici, quali i prodotti ittici, le verdure e altri alimenti di origine vegetale’ (EFSA, 2025).

L’estensione della sorveglianza è giustificata dalla crescente evidenza che i microrganismi resistenti possono colonizzare ambienti e substrati diversi da quelli zootecnici tradizionali.

Inoltre, si suggerisce di includere nel monitoraggio anche specie batteriche meno investigate, come Klebsiella spp., che stanno emergendo come importanti reservoir di geni di resistenza.

Standardizzazione dei metodi di analisi

Il monitoraggio e la prevenzione della diffusione dei batteri resistenti ai carbapenemi (CPE) dipendono anzitutto dal miglioramento dei metodi di analisi. Ciò comporta:

  • la necessità di raffinare i metodi diagnostici in termini di sensibilità e specificità, al fine di garantire una più efficace individuazione dei ceppi resistenti’ (EFSA, 2025);
  • la standardizzazione dei metodi di analisi, quantomeno a livello europeo, per ottenere dati comparabili e rappresentativi della reale diffusione del fenomeno.

Implementazione di sistemi di tracciabilità avanzati

In parallelo rispetto al miglioramento delle tecniche diagnostiche, EFSA raccomanda di implementare indagini di tracciabilità (trace-back) più efficaci e di approfondire la tipizzazione molecolare dei ceppi isolati, per comprendere meglio le dinamiche di trasmissione all’interno della filiera agroalimentare. Tali studi dovrebbero valutare anche la possibile diffusione mediata da operatori, superfici di contatto, ambienti produttivi e mangimi.

Approccio “One Health’ una strategia integrata

Solo attraverso un’azione coordinata tra i settori della salute pubblica, veterinaria e ambientale’ – l’approccio One Health – ‘sarà possibile contenere efficacemente la diffusione della resistenza ai carbapenemi’ (EFSA, 2025). Questa strategia richiede:

  • coordinamento intersettoriale tra autorità sanitarie pubbliche, veterinarie e ambientali;
  • armonizzazione dei piani di monitoraggio e delle metodologie diagnostiche;
  • condivisione dei dati tra i diversi settori e Stati membri;
  • adozione di misure preventive lungo tutta la filiera alimentare, dalla produzione primaria al consumo

Conclusioni e prospettive

La presenza di batteri produttori di carbapenemasi nella catena alimentare rappresenta una sfida emergente per la sicurezza alimentare e la salute pubblica in Europa. Il fenomeno, sebbene ancora non completamente caratterizzato, richiede un’attenzione urgente da parte di tutti gli attori coinvolti nella filiera alimentare e nel settore sanitario.

Le raccomandazioni di EFSA offrono un quadro di riferimento per sviluppare strategie efficaci di monitoraggio e controllo. Tuttavia, il successo di tali strategie dipenderà dalla capacità di implementare un approccio veramente integrato, che consideri la resistenza antimicrobica come un fenomeno complesso e multidimensionale, influenzato da fattori umani, animali e ambientali.

La ricerca futura dovrà colmare le lacune conoscitive attuali, in particolare riguardo ai meccanismi di trasmissione dei geni di resistenza lungo la catena alimentare e alla valutazione quantitativa del rischio per i consumatori. Solo attraverso un impegno coordinato a livello europeo e globale sarà possibile affrontare efficacemente questa minaccia emergente per la salute pubblica.

Dario Dongo e Ylenia Desirée Patti Giammello

Riferimenti

  • European Food Safety Authority. (2013). Scientific opinion on the public health risks of bacterial strains producing carbapenemases in food and food-producing animals. EFSA Journal, 11(12), 3501. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2013.3501
  • European Food Safety Authority. (2025). Scientific opinion on the occurrence and spread of carbapenemase-producing Enterobacteriaceae (CPE) in the food chain. EFSA Journal, 23(4), 9336. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2025.9336
  • Papp-Wallace, K. M., Endimiani, A., Taracila, M. A., & Bonomo, R. A. (2011). Carbapenems: Past, present, and future. Antimicrobial Agents and Chemotherapy, 55(11), 4943–4960. https://doi.org/10.1128/AAC.00296-11
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Dario Dongo, lawyer and journalist, PhD in international food law, founder of WIISE (FARE - GIFT - Food Times) and Égalité.

Technical consultant for the implementation of HACCP, food safety and food hygiene systems.